IN MEMORIA DI RINA

Rina Gatti,  “la scrittrice contadina”  è venuta a mancare il 19 agosto 2005 per il rapido decorso della SLA, la malattia degenerativa neuronale che le era stata diagnosticata solo pochi mesi prima, quando importanti riconoscimenti e apprezzamenti sulla sua opera stavano giungendo da diverse parti d’Italia.  Lo stesso Presidente della Repubblica Ciampi  le aveva scritto una affettuosa missiva, mentre il suo Consigliere per le Relazioni Esterne, lo scrittore e giornalista Arrigo Levi, stava apprestandosi a scrivere la Prefazione per la nuova Edizione del libro “Stanze Vuote”. Questo volume rappresenta il più grande successo per la scrittrice umbra e detiene un primato ancora ineguagliato nella nostra regione, giungendo alla IV° Edizione dopo sei anni dalla prima pubblicazione e con un record di circa 7000 copie vendute.

Nel mese di giugno 2005 la nascita del suo secondo nipote Edoardo e la visita privata del Vescovo di Perugia Mons. Giuseppe Chiaretti  furono per lei gli ultimi eventi lieti prima che il progredire della malattia le togliesse anche la possibilità di comunicare, se non con grandi difficoltà.
Affrontando con coraggio questa ultima, terribile prova e lottando contro il suo avanzare, non aveva rinunciato fino all’ultimo ad incontrare i ragazzi delle scuole. Prima alla Maratona di Telethon, quindi a Todi e a Marsciano presso le scuole medie e poi l’incontro con i ragazzi della IV° C linguistico dell’ITAS “Giordano Bruno” prima in classe e poi, a fine maggio, l’ultima uscita pubblica alla “giornata contadina” che gli stessi ragazzi avevano organizzato. Furono loro a servirle a tavola i piatti della tradizione contadina che Rina gli aveva fatto riscoprire con i suoi libri, gli stessi studenti che di lì a pochi mesi sarebbero diventati “attori” con grande successo mettendo in scena al Morlacchi proprio il primo libro di mia madre “Stanze Vuote”.
Ricordo il suo grande cruccio, quando dovette rassegnarsi alle difficoltà di movimento che le rendevano difficile uscire di casa, di non poter più continuare questo rapporto con le giovani generazioni che aveva portato avanti per due anni con le iniziative del Progetto “Un Futuro Ricco di …… Memoria”.  Una serie di incontri con le scuole della regione da lei ideato e insieme a me organizzato e che aveva dato origine ad occasioni molto interessanti di analisi dell’importanza delle opere da lei scritte e dei valori che queste contenevano coinvolgendo in differenti incontri personalità del mondo universitario umbro, come il Prof. Roberto Segatori, il Prof. Mario Tosti, il Prof. Renato Covino, la Prof.ssa Isabella Nardi, la Prof.ssa Cristina Papa, la Prof.ssa Luciana Brunelli.

Seppur gratificata da tanta attenzione Rina ha sempre conservato la sua schietta semplicità e la sua umiltà, preferendo e cercando sempre il contatto diretto con i giovani nelle scuole e con la gente ogni volta che ne aveva l’occasione. E’ stata difatti una grande promotrice di se stessa, andando in prima persona a presentare e vendere le sue opere dovunque se ne presentava l’occasione, dal Festival di Corciano al  Mercatino di Passignano, dalle sale di Umbrialibri  alla Maratona di Telethon, degli spazi culturali del Festival dell’Unità agli spazi verdi del Parco di S.Anna.

Credeva in ciò che scriveva, credeva nella forza e nella capacità della scrittura di passare importanti messaggi tra le generazioni, credeva nell’amore, nella solidarietà, nel rispetto per la natura e quindi anche nel rispetto della persona. Credeva nella semplicità, nel potere che essa ha di arrivare diretta al cuore e ai sentimenti di ognuno, credeva nell’appartenenza dell’anima al cielo e del corpo alla terra. La stessa nuda terra dove ha voluto la sua ultima dimora, nel piccolo cimitero di Montebello, in vista dei campi lungo il Tevere,  gli stessi campi tra Torgiano e Pontenuovo dove hanno camminato i suoi piedini nudi di contadinella. Quei campi, quel mondo oggi non esistono più ma, grazie a Rina, rivivranno sempre per chi leggerà le pagine che lei ha scritto.

Giovanni Paoletti figlio di Rina Gatti